Banche Cantonali
23 maggio 2024
Il primo piano Radar di sessione

«Le misure devono essere attuate in modo orientato al rischio e diversificato»

Ultimo aggiornamento:  23 maggio 2024

Il rapporto del Consiglio federale sulla stabilità delle banche ha suscitato grande dibattito. Nel radar di sessione Hanspeter Hess, direttore dell’Unione delle Banche Cantonali Svizzere, prende posizione e spiega come e dove bisogna intervenire.

Il primo piano
HPH kravatte

Hanspeter Hess

Direttore, Unione delle Banche Cantonali Svizzere

Il rapporto del Consiglio federale sulla stabilità delle banche elenca 29 possibili misure con cui rafforzare la resilienza delle banche di rilevanza sistemica. Cosa ne pensa del rapporto?

Gli avvenimenti correlati alla CS sono stati una cesura per la piazza bancaria svizzera. È importante e positivo che l’analisi e l’elaborazione degli eventi proseguano. Il rapporto costituisce un elemento importante in tal senso. Tuttavia, il rapporto dovrebbe concentrarsi sul proprio mandato originario e abbozzare soluzioni al problema «too big to fail», che evidentemente esiste ancora, anche dopo molti anni di regolamentazione. Mi sorprende, dunque, che oltre la metà delle misure ne valuti la validità per tutte le banche. Il settore bancario è già fortemente regolamentato: servono misure puntuali e mirate, che affrontino effettivamente solo i problemi individuati nella crisi di CS.

Quali misure sarebbero?

Per le banche cantonali è importante in primo luogo che ogni misura sia attuata in modo orientato al rischio e diversificato in base alle dimensioni dell’istituto. In tale contesto è necessaria una chiara distinzione tra le banche di rilevanza sistemica globale (G-SIB), quelle di rilevanza sistemica nazionale (D-SIB) e le altre piccole e medie banche della Svizzera. Non è ammissibile che a causa dei problemi individuati durante la crisi di CS venga inasprita la regolamentazione ad esempio per la Banca Cantonale di Appenzello. Anche se quest’ultima potrebbe essere interessata da un aspetto, non bisogna dimenticare il «contributo a un problema» di un istituto e, quindi, anche il contributo alla soluzione di un problema individuato.

A titolo d’esempio si può citare qui il regime di responsabilità proposto dal Consiglio federale (nel rapporto: misura 2). Nel caso di una grande banca è opportuno designare i responsabili affinché siano eventualmente chiamati a rendere conto. Nel caso di una banca più piccola, invece, è chiaro chi è responsabile di cosa all’interno dell’istituto. In queste banche, le nuove regole non creerebbero una maggiore trasparenza, ma solo aumenterebbero gli oneri. Lo stesso vale per altre misure da applicare a tutte le banche. Riteniamo, invece, che la misura 28, volta a migliorare il potenziale di approvvigionamento di liquidità da parte della BNS, sia efficace per tutte le banche. L’aspetto centrale è l’allentamento delle rigide prescrizioni della BNS in materia di custodia delle garanzie.

Un elevato grado di fiducia è fondamentale per ogni istituto bancario. Le misure sono adeguate per ripristinare la fiducia nella piazza finanziaria svizzera?

I rischi fanno parte integrante del banking. Tuttavia, le banche cantonali dispongono di un modello di business chiaro e lavorano quotidianamente a una fornitura di prestazioni affidabile. Ciò favorisce la fiducia. È importante sottolineare che delle circa 230 banche esistenti in Svizzera solo una ha avuto problemi. In linea di principio, le condizioni quadro devono essere definite in modo tale da consentire alle banche di operare con successo con diversi modelli di business e di proprietà. Tale diversità sulla piazza bancaria svizzera è una componente essenziale di un’elevata stabilità della piazza finanziaria. Per questo motivo sono necessarie una regolamentazione diversificata e un’attenzione adeguata alle misure trattate nel rapporto.

Anche una vigilanza credibile sui mercati finanziari può offrire fiducia. Qual è la posizione delle banche cantonali nei confronti delle proposte per il rafforzamento della FINMA?

In linea di massima, oggi la FINMA già dispone di solidi strumenti che può applicare a propria discrezione. Le banche cantonali riconoscono, tuttavia, che adattamenti puntuali degli attuali strumenti sanzionatori e di vigilanza della FINMA potrebbero essere efficaci. Dapprima occorre, però, chiarire se ed eventualmente perché gli strumenti esistenti non siano stati utilizzati nel caso CS. Qualora alla FINMA vengano attribuite maggiori competenze, è importante creare un ordinamento procedurale che disciplini chiaramente tali nuove attività. In tale contesto si devono assolutamente tenere in considerazione i principi consolidati dello Stato di diritto, quali il diritto di essere sentiti e la presunzione d’innocenza. Va precisato che non sono state le banche cantonali, orientate principalmente al mercato interno, ad aver causato i recentissimi problemi. Pertanto, le misure correttive ora previste devono interessare le banche cantonali al massimo in modo puntuale!