Public Liquidity Backstop quale integrazione del dispositivo normativo esistente
Documento di posizione Public Liquidity Backstop (PLB)
PosizioneAll'inizio di settembre 2023 il Consiglio federale ha pubblicato il messaggio concernente l'introduzione del Public Liquidity Backstop (PLB) per le banche di rilevanza sistemica. Le Banche Cantonali assumono nei confronti del PLB la seguente posizione.
Posizione delle Banche Cantonali
Le Banche Cantonali sostengono l’introduzione del Public Liquidity Backstop (PLB) per le banche di rilevanza sistemica (SIB).
- La concessione di prestiti di sostegno alla liquidità da parte delle banche centrali in veste di «lender of last resort» fa parte degli strumenti standard di gestione delle crisi a livello internazionale e rafforza la stabilità e la fiducia nel sistema finanziario svizzero. Un dispositivo di liquidità credibile basato su tre linee di difesa è fondamentale per valutare la stabilità della piazza finanziaria da parte degli investitori e delle agenzie di rating.
- Al momento, un’estensione del PLB a tutte le banche non è né necessaria né opportuna e viene respinta dalle Banche Cantonali. Per le banche di piccole e medie dimensioni è più opportuno ampliare il pool di garanzie per il programma BNS «Liquidità in cambio di garanzie ipotecarie» (LCGI).
- Gli eventuali vantaggi concorrenziali delle SIB rispetto alle altre banche vengono compensati tramite condizioni severe per la concessione di una garanzia in caso di dissesto da parte della Confederazione nonché tramite l’importo forfettario ex ante basato sui rischi.
- Il progetto contiene meccanismi ragionevoli per evitare falsi incentivi («moral hazard»). In caso di ricorso al PLB, la SIB è sottoposta a diversi oneri (ad es. il divieto di distribuire dividendi); inoltre, il Consiglio federale può disporre misure in materia di retribuzioni. Le Banche Cantonali sostengono gli oneri e le misure previsti, che possono essere disposti in caso di ricorso al sostegno alla liquidità.
- Come proposto, nel fissare l’importo forfettario ex ante occorre tenere conto della garanzia dello Stato fornita dai Cantoni, poiché riduce nettamente il rischio di perdita finanziaria per la Confederazione.
PLB quale integrazione del dispositivo normativo esistente
Con l’introduzione del Public Liquidity Backstop (PLB), il dispositivo svizzero «too big to fail» (TBTF) viene adeguato al contesto internazionale. Importanti piazze finanziarie come il Regno Unito, gli Stati Uniti, l'UE, il Giappone e il Canada hanno già introdotto il PLB in forme diverse. L’obiettivo del PLB è di aumentare la fiducia degli operatori del mercato nella capacità di sopravvivenza di una banca di rilevanza sistemica ricapitalizzata e solvibile tramite un mutuo a sostegno della liquidità da parte della Banca nazionale svizzera (BNS) con garanzia in caso di dissesto da parte della Confederazione, rafforzando in tal modo la stabilità finanziaria della Svizzera.
PLB solo per le banche di rilevanza sistemica
Nel progetto, la possibilità di ottenere il PLB è limitata alle SIB, tra l’altro perché il dissesto di una SIB avrebbe notevoli conseguenze negative per l’economia svizzera. Per questo motivo, rispetto ad altre banche, le SIB svizzere devono detenere ulteriori cuscinetti di fondi propri e di liquidità e adempiere piani di recovery e di resolution («piani di stabilizzazione, d'emergenza e di liquidazione»). Il PLB interviene di conseguenza soltanto se la SIB ha sfruttato le proprie possibilità per scongiurare il dissesto e i prestiti straordinari di aiuto alla liquidità della BNS (Emergency Liquidity Assistance, ELA) sono esauriti. Il PLB si riallaccia quindi alle linee di difesa rafforzate esistenti nel regime «too big to fail». Un’estensione del PLB a tutte le banche non ha senso dal punto di vista economico. Questo perché, da un lato, tutte le altre banche dovrebbero adempiere le prescrizioni più severe della SIB, circostanza che dal punto di vista dei costi non è conveniente. Dall’altro, il potenziale di danno per l’economia svizzera non è uguale per tutti gli istituti bancari. Per le banche di piccole e medie dimensioni è più opportuno ampliare il pool di garanzie per il programma BNS «Liquidità in cambio di garanzie ipotecarie» (LCGI), ridurre gli scarti di garanzia previsti («haircut») e al-lentare i limiti di concentrazione per le categorie ipotecarie ammesse. Una liquidazione ordinata di un istituto che si trova in una situazione di dissesto deve rimanere possibile in Svizzera.
Evitare le disparità di trattamento
Per evitare distorsioni della concorrenza sulla piazza finanziaria svizzera causate dal PLB, nel progetto vengono introdotte nuove regole per le SIB. Soprattutto, non sussiste alcun diritto alla concessione di una garanzia della Confederazione in caso di dissesto, anche se le condizioni fossero adempiute. Una concessione è inoltre possibile soltanto se è garantita la rigorosa sussidiarietà rispetto ad altre fonti di liquidità. Sono inoltre richiesti preventivi adeguamenti alla politica retributiva delle SIB (rimborso delle retribuzioni variabili). Infine, nei confronti della Confederazione è dovuto un importo forfettario ex ante basato sul rischio. Le Banche Cantonali sostengono gli oneri e le misure previsti.
La garanzia dello Stato cantonale riduce i rischi per la Confederazione
Come giustamente previsto nel progetto, la base di calcolo dell'importo forfettario ex ante versato alla Confederazione deve tenere conto della garanzia dello Stato dei Cantoni. Infatti, la garanzia dello Stato da parte di un Cantone aumenta immediatamente le probabilità di successo del risanamento. La garanzia dello Stato riduce inoltre il rischio di una perdita finanziaria per la Confederazione.