Banche Cantonali
30 novembre 2023
Fondi propri e liquidità

Evitare reazioni affrettate per quanto riguarda i requisiti in materia di fondi propri

Ultimo aggiornamento:  30 novembre 2023

Documento di posizione: Aumento dei requisiti in materia di fondi propri

In seguito all’acquisizione di Credit Suisse (CS) da parte di UBS è iniziato un dibattito politico sul tema dell’aumento dei requisiti in materia di fondi propri. Le Banche Cantonali comprendono il dibattito avviato e sostengono il fatto che in questo contesto debbano essere presi in considerazione i punti di seguito descritti.

Posizione delle Banche Cantonali

Evitare reazioni affrettate

Dopo la crisi finanziaria del 2008/2009, sotto la guida delle banche centrali e del Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria (BCBS), i requisiti in materia di fondi propri e di liquidità per il settore bancario sono stati costantemente ampliati. In questo contesto, i requisiti in materia di fondi propri e di liquidità sono considerati la cosiddetta «First Line of Defense». Il loro scopo è quello di rendere le banche più stabili e resistenti alle crisi. In Svizzera, queste raccomandazioni internazionali sono state ulteriormente inasprite in funzione delle dimensioni delle banche. Attualmente sono già in fase di attuazione ulteriori precisazioni e inasprimenti dei requisiti in materia di capitale proprio (Basilea III finale). Ciò si traduce in requisiti ancora più severi in materia di fondi propri, come confermato dal rapporto del gruppo di esperti sulla stabilità delle banche.

Considerare gli effetti di un aumento della quota di fondi propri (non ponderata)

A causa della crisi di CS, da più parti viene richiesto un aumento preventivo dei fondi propri delle banche. Nel rapporto «Reformbedarf in der Regulierung von 'Too Big to Fail' Banken». (Rapporto sulla necessità di una riforma della regolamentazione delle banche «too big to fail») del Prof. Dott. Manuel Ammann si afferma che disposizioni più severe in materia di fondi propri possono contribuire a rendere le banche più stabili. Resta tuttavia da vedere se questo ulteriore inasprimento avrà effettivamente l’effetto desiderato e ridurrà il rischio di insolvenza delle banche. L’aumento del capitale proprio rende una banca fondamentalmente più sicura, ma comporta anche costi più elevati che, in ultima analisi, vengono trasferiti ai clienti della banca. Inoltre, una quantità sufficiente di fondi propri non può da sola né garantire la fiducia dei depositanti né la stabilità di una banca, come confermato dal rapporto di Ammann.

LR KB I1

Dal 2019 le banche svizzere devono dichiarare una quota di fondi propri non ponderata in funzione del rischio (leverage ratio [LR]) pari almeno al 3%. Per le banche di rilevanza sistemica a orientamento nazionale, i requisiti variano tra il 7,25% (Leverage ratio going concern e gone concern: Banca cantonale di Zurigo dopo le disposizioni transitorie) e il 7,375% (Leverage ratio going concern e gone concern: Gruppo Raiffeisen dopo le disposizioni transitorie). Al 31.12.2022 la LR media delle 24 Banche Cantonali ammonta al 7,4%, ed è quindi nettamente superiore ai requisiti normativi. Ciò corrisponde a circa 60 miliardi di franchi di fondi propri su un totale di bilancio di circa 780 miliardi di franchi. Se i requisiti per la LR aumentassero, per esempio, al 15%, le 24 Banche Cantonali dovrebbero raddoppiare in un colpo solo i rispettivi fondi propri, portandoli a circa 120 miliardi di franchi, malgrado superino, come menzionato, gli attuali requisiti – il tutto rinunciando a un’ulteriore crescita e senza un cuscinetto autoimposto che supera i requisiti normativi.

Le Banche Cantonali avrebbero allora le seguenti opzioni:

Serve una differenziazione dei requisiti per le diverse banche e i diversi modelli di business

I benefici di un aumento della quota di capitale proprio devono essere considerati nel contesto dei costi che ne derivano. Se i requisiti in materia di fondi propri vengono inaspriti, poiché le banche sono esposte a situazioni di rischio molto diverse sarà necessario operare una differenziazione chiara: tra le banche collegate in rete che operano in tutto in mondo, da un lato, e le banche che operano principalmente a livello nazionale, dall’altro. Per le banche che operano principalmente a livello nazionale, la situazione del rischio legata all’integrazione in una rete internazionale è minima. Di conseguenza, le premesse per una possibile liquidazione in una situazione di crisi sono determinate da una complessità sproporzionatamente inferiore rispetto alle banche che operano a livello internazionale. Inoltre, i requisiti richiesti a una banca devono essere definiti in modo differenziato a seconda delle sue dimensioni e del suo modello di business. Perché, come confermato nel rapporto degli esperti sulla stabilità delle banche, non vi è motivo di imporre alle banche più piccole requisiti più elevati in materia di fondi propri.